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La Fondazione Telethon finanzierà un progetto di ricerca per la Malattia di Pompe, questo progetto è coordinato dal dott. Emanuele Buratti, dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste per un importo totale di 268.600 Euro.
Il progetto prevede come partner il dott. Andrea Dardis dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine, Centro di Coordinamento regionale per le Malattie Rare.
 
Titolo del progetto
Identification of new therapeutic agents for the treatment of Glycogenosis type 2 due to the common splicing mutation c.-32-13TG
Riassunto
L’informazione contenuta nel DNA dei geni per essere espressa deve essere copiata in una molecola denominata pre-mRNA. Il pre-mRNA deve, a sua volta, essere processato, cioè modificato correttamente in mRNA maturo prima che possa essere tradotto in proteine. Questo processo di rimaneggiamento del pre-mRna si chiama pre-mRNA splicing: consiste nell’unione fra di loro delle parti del gene utili a codificare le proteine (esoni) tramite la concomitante rimozione delle parti restanti che non codificano nessuna porzione della proteina (introni). Eventuali errori in questo processo di taglia-e-cuci dovuti alla presenza di mutazioni nelle sequenze del pre-mRNA sono causa di diverse malattie. In questo progetto analizzeremo una mutazione (c.-32-13T/G) che è comune in molti pazienti affetti da glicogenosi di tipo 2. La glicogenosi di tipo 2 è una delle malattie ereditarie più frequenti (incidenza 1:40000) ed è causata dalla mancanza dell’enzima alfa glucosidasi acida, che di norma è responsabile della degradazione corretta del glicogeno, la grossa molecola che funge da riserva dello zucchero glucosio. Se il glicogeno non viene degradato nel modo giusto, esso si accumula negli organelli cellulari chiamati lisosomi. In questo progetto, noi proponiamo di approfondire la nostra conoscenza dei meccanismi molecolari che stanno alla base dell’effetto di questa mutazione così da sviluppare nuovi approcci terapeutici basati sul processamento dell’mRNA. Simili approcci, infatti, andando a recuperare la capacità enzimatica perduta, sembrano particolarmente adatti a combattere l’effetto di questa mutazione. Lo scopo finale sarà quindi di identificare nuovi prodotti farmacologici in grado di affiancarsi alle terapie già conosciute che sono soggette a numerose limitazioni.